
Simo è tosta. Determinata,
inarrestabile, professionale
e capace, la Ventura, è davvero unica, una donna che
ami o odi, una persona che
ti spiazza per la sua caparbietà, per la velocità di azioni e parole, per la bravura di
portare avanti e sino in fondo, qualsiasi cosa che le passa per le mani, perché, qua,
l’intelligenza non è un optional, e la Simo nazionale,
di testa ne ha, eccome. Anche la nuova impronta data
alla trasmissione di domenica, alle ore 11,55 su Rai 2,
“Settimana Ventura”, che va
a sostituire la “Domenica
Ventura” si presenta come un contenitore fra calcio e
spettacolo, con l’ausilio di
Rai Sport e della redazione
della seconda rete Rai, insieme ai suoi esperti di calcio, dove Simona, tratterrà
con la sua professionalità e
con tanta passione, calcio e
tv insieme.
Un altro successo da
collezionare?
«Sono sempre stata così -
ammette la conduttrice - sin
da ragazzina avevo le idee
ben chiare, non sono mai
andata contro le mie passioni, le ho coltivate e realizzate con fatica, entusiasmo e tanto lavoro. Quando iniziai questo mestiere,
partendo dal ruolo di valletta, non immaginavo di riuscire a diventare una gior nalista sportiva, ma non potevo ignorare quel filo rosso
che mi conduceva alla sfera. Sono stata fortunata, certo, ma mi sono conquistata
tutto da sola, con tanto lavoro, serietà e amore per il
calcio, mentre a livello personale, anche quest’anno
provo un po’ di delusione e
amarezza».
C’è qualcosa che non va?
«Sì, il mio Torino. Il mio
grande amore granata, da
troppo tempo non è corrisposto, sono più le delusioni
delle gioie, avere questi colori nel cuore, come ho io, vi
assicuro che è una grande
fede, un amore da cui pretendi, anche piccole soddisfazioni, aspetti, cerchi,
speri, ma ancora quest’anno, un’altra volta, di gratificazioni ne arrivano davvero poche».
Perché il Torino non riesce
più a tornare agli allori di
anni fa?
«Perché la squadra manca di qualcosa, non è abbastanza forte ed attrezzata per vedersela con tutte,
i calciatori devono metterci sicuramente più grinta,
più voglia di vincere, perché Mazzarri, queste cose,
al suo gruppo le sa trasmettere. Non è vero che non è
l’allenatore adatto al Toro,
non puntiamo il dito su chi
cucina con ciò che ha a disposizione Ma intanto il Presidente
Cairo non interviene con
l’acquisto di nuovi rinforzi.
«Lo so, ma lui ha scelto di
rimanere in un determinato budget, di non sforare troppo o fare voli pindarici che non gli appartengono, sinceramente rispetto la
sua idea, però uno sforzo lo
dovrebbe fare, per il bene e
il futuro del Toro, e di questi magnifici tifosi, che davvero non ce la fanno più a
rimanere sempre a bocca
asciutta, un popolo granata meraviglioso, che sì, sta
contestando determinate
realtà, ma che ogni domenica, è sempre dietro alla
squadra con la stessa fede
e lo stesso amore. Sa, il loro atteggiamento, mi ha colpito anche durante il derby
dove non abbiamo sfigurato, però aleggiava una sorta
di rassegnazione».E questo le pare un
atteggiamento da Toro?
«Ma sicuramente no! Io
dentro tengo stretto il Toro
di Radice, e vorrei tornare a
riprovare quelle belle emozioni. Non capirò io nulla,
ma abbiamo anche dei bravi giocatori, perché Belotti è
un grandissimo professionista, Sirigu, in porta è una
garanzia, invece Verdi, purtroppo, non sta rendendo
come deve, così anche Zaza
deve trovare continuità. Per
stasera, incrocio le dita, perché l’Inter ormai è sempre
vincente. Però, a volte, il carattere fa la differenza, e la
mia squadra, deve tirar fuori tutta la grinta che richiede
l’evento, e i giocatori responsabilizzarsi sino in fondo».
Lei è sempre stata un’amica
del Presidente Cairo,
“intermediaria” anche del
suo acquisto del Torino
Calcio nel 2005, perché non
dirgli chiaramente, che le
cose, così come sono non
vanno per niente?
«Da un lato rispetto la
sua scelta economica, ma
dall’altra, no, e chiedo al Presidente, di correre ai ripari. Certo, alcuni dei nostri,
devono acquisire maggiore carattere, ma la dirigenza deve intervenire con più
coraggio».Simona, dove andrà questo
Toro?
«Con il cuore al di là dell’ostacolo. Come sempre».