
Il pomeriggio del Toro, ieri,
si è aperto a un ampio ventaglio di stati d'animo. Dalla
delusione fino alla speranza, passando per l'insofferenza. Toccando non tutti, ma tanti dei colori sulla
tavolozza degli umori. Eppure, per certi versi, questo
arcobaleno si è rivelato un
percorso fittizio nel cuore
e nella pancia del popolo
del Grande Torino. Più grigio, per l'occasione, che granata. Perché la sfida al Cagliari è cominciata con un sonoro “Tirate fuori le palle” piovuto dalla Maratona.
E allo stesso identico modo
si è chiusa, un'ora e mezza
più tardi. Con una bordata
di fischi a fare da colonna
sonora tanto all'ingresso in
campo della squadra quanto al suo saluto solo abbozzato dopo il triplice fischio.
La gara contro i sardi, insomma, è stata teatro di una
contestazione da parte del
popolo granata. Deluso, innanzitutto, dalla prestazione
offerta dalla squadra a Udine, dopo i flop precedenti.
Così si spiegano i segnali di
insofferenza lanciati ancor prima che le fiacche trame
di gioco incentivassero i lamenti. Il nome di Mazzarri è stato accolto dai fischi
alla lettura delle formazioni, la squadra è stata ricevuta all’ingresso in campo
con il già citato “Tirate fuori
le palle”, seguito dal più costruttivo “Noi vogliamo 11
leoni”. Tanto per mettere subito in chiaro il pensiero sugli spalti. Che ha concesso, a
onor del vero, poche ma significative eccezioni: gli unici nomi scanditi con convinzione prima del via sono stati quelli di Sirigu, Ansaldi,
Belotti e del rientrante – e
dunque, evidentemente, incolpevole – Falque. Un antipasto ben presto seguito
dalla portata principale della contestazione, arrivata in
concomitanza con la rete di
Nandez. Se la Maratona ha
insistito con il ritornello di
giornata, infatti, in Primavera uno sparuto ma chiassoso spicchio di tifosi è andato oltre. Insultando prima Mazzarri e poi il presidente
Cairo. Cui subito dopo è stata rivolta un’esplicita richiesta: “Cairo, vendi il Torino”, il
coro scandito a cavallo di un
rientro negli spogliatoi per
l’intervallo, subissato dagli
assordanti fischi di tutto lo
stadio. In un’alternanza tra
il rumore della frustrazione
e i cori di sostegno che, nella
ripresa, è proseguita con un
più marcato accento sui secondi, complice la rete del
subentrato Zaza ad alimentare la speranza di un clamoroso ribaltone. Che infine non è però arrivato, riportando così l’umore del
Grande Torino al punto di
partenza. Quello dei fischi
e del “Tirate fuori le palle”,
ribadito dalla stessa Maratona dopo il 90’. Di fronte, la
squadra riunita nel cerchio
di centrocampo: in classifica
un punto in più e nel cuore
la certezza di non aver rovesciato né la partita né lo stato d’animo dei propri sostenitori. Anzi
fonte tuttosport